mercoledì 20 gennaio 2016

La matematica è femminista? Risolvi il problema...

In italia il tasso di ragazze che studia materie scientifiche è tra i più alti del mondo. Eppure poche fanno strada. Colpa della bassa autostima e degli stereotipi

Dicono che le ragazze non siano particolarmente dotate per la matematica. Dicono si tratti di una questione genetica. L’idea di un divario a radice cromosomica è stata proposta nel 2005 dall’allora presidente di Harvard, Lawrence Summers, con il nome di “ipotesi della più alta variabilità maschile”.



TRA GLI UOMINI CI SAREBBE UN MAGGIOR NUMERI DI EINSTEIN E DI ASINI. Le donne avrebbero una media più alta, e purtroppo scarsi picchi di eccellenza. Ma quest’anno, per la prima volta, la medaglia Fields (una sorta di Nobel per la matematica) è stata vinta dall’iraniana Maryam Mirzakhani, 37 anni, che ha elaborato un nuovo metodo per calcolare il volume di oggetti con superfici curve. Ovvero, la sella di un cavallo, la curva di una ciambella…



MARYAM MIRZAKHANI è un’eccezione o la prova di un pregiudizio da sfatare?
 Laurent Cohen, professore di neurologia all’ospedale Pitié-Salpêtrière a Parigi, sfata molti miti nel saggio Perché le ragazze sono brave in matematica? E altre storie sul cervello (Castelvecchi). Janet Mertz e Jonathan Kane (università del Wisconsin) hanno analizzato i risultati dei test internazionali di matematica, rivolti a studenti di 86 nazionalità diverse. Valutando il grado di equità sociale fra i sessi (misurato in base a differenze nei salari, educazione e partecipazione alla vita politica) viene fuori che la penalizzazione delle donne in matematica è proporzionale al grado di emancipazione.



«LA TECNOLOGIA E' TROPPO IMPORTANTE PER ESSERE LASCIATA SOLO AGLI UOMINI»
 semplifica la questione Neelie Kroes, commissario europeo per l’Agenda digitale. Strada da fare ce n’è. In Europa, soltanto una donna su cento è assunta nel settore informatico mentre le diplomate sono il 20 per cento. E in Italia? La percentuale di ragazze che studiano materie scientifiche è tra le più alte al mondo: il 50,3 per cento rispetto a una media Ue del 37,5. Sulla carta perciò saremmo in regola, «ma non sempre le donne hanno l’autostima e l’ambizione necessaria per farsi avanti e pretendere riconoscimenti», spiega Susanna Terracini, docente di analisi matematica all’Università di Torino. «Alcune mie brillanti studentesse non si sentono all’altezza di un dottorato, scelgono obiettivi “facili”, al di sotto delle loro capacità».



FAMIGLIA? EDUCAZIONE? GIOCHI? Si lamenta persino la sorella di Mark Zuckerberg, Randy: «A lui compravano i videogame, io giocavo con le bambole!».

GLI STEREOTIPI DI GENERE SI FORMANO A 4 ANNI secondo Christianne Corbett, co-autrice del rapporto Why so few? Women in science, technology, engineering and math. «Se da piccola ti senti ripetere che la matematica è da maschi, è difficile che ti piaccia», sostiene Chiara Burberi, a capo di Redooc, piattaforma che promuove lo studio delle materie Stem (Science, technology, engineering, math) nelle scuole. La scommessa è rendere tutto divertente, matematica compresa. Per le bambine dagli otto ai 13 anni ma anche per i maschietti (nessuna discriminazione al contrario), Redooc organizza i laboratori Un’ora con la Mati (Matilde, la nuova matematica).

LE EQUAZIONI SERVONO PER DECIDERE. Dato un budget e l’obiettivo di divertirsi il più possibile il sabato sera, è meglio andare a ballare o al cinema? Altro problema: gli uomini vogliono diffondere i loro geni e le ragazze vogliono qualcuno che protegga i loro figli. Il diario di Bridget Jones di Helen Fielding descrive una manager di 33 anni, che lavora nei media, dove il 70 per cento sono donne laureate. Statisticamente un uomo sposa una donna che ha la metà dei suoi anni più nove. Come farà Bridget a trovare un marito di 48 anni che non sia gay, già sposato o divorziato con figli e alimenti da pagare? Risolvete l’equazione!

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