lunedì 2 marzo 2015

Gioco, Internet, sesso, fitness, cibo e shopping: allarme dipendenze

Non solo sostanze come alcol o droga. Le dipendenze patologiche possono scattare anche in altri casi, sempre più frequenti: Gioco, Internet, sesso, fitness, cibo e shopping. L'allarme nell'intervista al Dott. Michele Sforza, Direttore presso la Casa di Cura Le Betulle del Centro CESTEP che si occupa del trattamento della dipendenza da sostanze (Alcolismo) e da comportamenti (Gioco d’azzardo patologico e Dipendenza da Internet)





Dott. Sforza, quando si può parlare di disturbi da Dipendenze patologiche? Quali tipi di dipendenze le capita di trattare più spesso? 

Dipende  da qualcosa significa averne bisogno e gli esseri umani hanno bisogno di molte cose di cui non possono fare a meno (cibo, ossigeno, affetti, socialità ecc.). Ma questi bisogni non hanno caratteristiche patologiche perché non portano conseguenze negative, anzi ci fanno vivere meglio o vivere “tout court”.
Si parla invece di dipendenze patologiche quando una persona non solo ha bisogno di sostanze o comportamenti gratificanti, ma quando questi diventano non più controllabili, si ripetono contro la stessa volontà del soggetto e, alla fine, producono una serie di conseguenze negative (fisiche, psichiche e sociali), nonostante le quali il soggetto non riesce lo stesso a smettere.
E’ il caso delle Dipendenze da bevande alcoliche, da Psicofarmaci, da Gioco d’Azzardo, da Internet, che sono le principali dipendenze di cui ci occupiamo nel nostro Servizio presso la Casa di Cura Le Betulle, ad Appiano Gentile. A queste dipendenze spesso si aggiungono dipendenze da altre sostanze o comportamenti come, ad esempio, la cocaina, lo shopping compulsivo, i disturbi del comportamento alimentare.
In ogni caso una dipendenza patologica è caratterizzata dall’impossibilità di smettere la sostanza o il comportamento da cui si dipende anche quando ci si si rende conto che quella sostanza o quel comportamento creano gravi problemi a se stessi, ai propri cari e all’intera società.
In altre parole, una persona che ha sviluppato la dipendenza, diventa schiava e non riesce più a mantenere il controllo sulle fonti della sua dipendenza. Se all’inizio pensava di poter smettere quando voleva e di poter gestire l’alcol o il gioco a suo piacimento, col tempo si rende conto che la sola forza di volontà non basta. A questo punto è l’alcol o il gioco che controllano la persona e non viceversa.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha già da molti anni riconosciuto l’Alcoldipendenza e il Gioco d’Azzardo Patologico come vere e proprie malattie che, a un certo punto del loro processo, aggirano la consapevolezza e la volontà di una persona, spingendola a bere o a giocare al di là di ogni logica, contro il suo stesso interesse e con modalità quasi automatiche.
Oggi si parla di nuove dipendenze patologiche fra le quali il Gioco d’Azzardo Patologico (Ludopatie) e da Internet. Ci parla di questi disturbi?
Negli ultimi anni si è scoperto che il meccanismo correlato ai comportamenti di dipendenza patologica può essere evocato non solo, come era noto da tempo, da sostanze chimiche (alcol, nicotina, stupefacenti), ma anche da un’ampia serie di comportamenti che hanno a che fare con azioni che producono una particolare reazione di piacere, di stimolazione o di “fuga” dalla propria quotidianità. In questo ambito, gli stimoli che possono più frequentemente generare fenomeni di utilizzo compulsivo, sono il gioco d’azzardo, l’utilizzo di internet e nuove tecnologie in genere (videogiochi, smartphone ecc.), ma anche l’esercizio fisico, il cibo, il sesso, gli acquisti.
Quindi il punto di condivisione fra Dipendenze da Sostanza e Dipendenze da Comportamento è la forte stimolazione di centri nervosi correlati alla gratificazione e alla ricompensa (rewarding system).
Alcune persone hanno una predisposizione (biologica, genetica, psicologica e sociale) a perdere il controllo delle stimolazioni gratificanti e non riescono più a dosarle correttamente.
Le attività in questione, da ludiche, sociali e moderate, diventano progressivamente una gabbia dalla quale la persona non riesce più ad uscire in quanto travolta drammaticamente dal bisogno compulsivo di agire quelle attività ripetutamente e senza più controllo. Schiacciata dalle conseguenze problematiche di tale abuso continuativo, la persona viene via via sopraffatta e perde ogni speranza e ogni volontà di poterne uscire.
E’ importante comprendere e saper approfondire il significato patologico di tali comportamenti al fine di non minimizzare o banalizzare la gravità delle conseguenze e la necessità di seguire uno specifico e rigoroso percorso terapeutico.
Quante persone in Italia soffrono di Dipendenza da Gioco d’Azzardo? Com’è cresciuto il dato negli anni?
Il fenomeno del gioco d’azzardo in Italia negli ultimi decenni è stato e continua ad essere in drammatico e costante aumento. Basti pensare che, se nel 2004 gli italiani giocavano annualmente circa 25 Miliardi di euro, dieci anni dopo la cifra è salita alla quantità iperbolica di circa 90 Miliardi. Secondo recenti studi, il danaro che risulta effettivamente e definitivamente perso (sottraendo il pay-out, cioè le vincite), ammonta annualmente a 17 Miliardi di Euro.
Solo 10 paesi nel mondo superano i 10 Miliardi annui in perdite e, in questa speciale classifica, l’Italia si pone al quarto posto, preceduta solamente dagli USA, dalla Cina e dal Giappone. Il fenomeno della dipendenza da gioco d’azzardo colpisce una percentuale della popolazione che varia, a seconda degli studi, dallo 0,5 al 2,2% (cioè da 300.000 a 1.300.000 persone).
Tanto più aumenta il numero delle persone che sono incentivate a giocare d’azzardo, tanto più numerose saranno in percentuale le persone che svilupperanno un rapporto patologico, con un drammatico incremento dei costi umani, famigliari e sociali.
Che età hanno I pazienti che vengono a curarsi nella vostra struttura?
L’età di chi soffre di dipendenze può variare molto a seconda del tipo di dipendenza, del sesso, della durata della malattia. Solitamente i pazienti che soffrono di Dipendenza alcolica e si rivolgono alla Casa di Cura Le Betulle ad Appiano Gentile, hanno mediamente un’età fra i 30 e i 55 anni.  Questo si spiega col fatto che, anche se si inizia a bere da giovani, il processo che porta a sviluppare una dipendenza alcolica può durare anche molti anni e può far sì che i disturbi e le conseguenze negative rimangano nascoste fino a quando non esplodono in tutta la loro gravità. Il gioco d’azzardo patologico invece porta al nostro Servizio persone in età minore, fra i 25 e i 40 anni.
Come vi comportate con le famiglie dei pazienti? E’ prevista una loro presenza costante?
La famiglia di coloro che soffrono di dipendenza è anch’essa colpita dalle conseguenze   della malattia. Le sofferenze ben presto non riguardano solo il paziente dipendente, ma anche i suoi cari. Questi, vivendo accanto a lui, risentono pesantemente delle conseguenze negative della malattia.
I coniugi soffrono per i comportamenti dell’ammalato, per le sue patologie psichiche o fisiche, per la perdita del lavoro e per la mancanza di un valido supporto affettivo per gestire la propria vita e la stessa famiglia. I figli spesso restano psicologicamente traumatizzati per le conseguenze appena descritte e, a volte, per le violenze psicologiche o fisiche che si trovano subire da parte del genitore ammalato.
E’ quindi inevitabile che la famiglia debba essere aiutata sia a superare le tante sofferenze subite, sia ad essere informata e sostenuta per aiutare il familiare ammalato ad affrontare il percorso di cura. Presso la nostra struttura la famiglia riveste un ruolo di grande importanza in tutte le fasi del processo terapeutico e viene considerata un elemento di primaria importanza per il felice esito delle cure.

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